Vinitaly 2016 – parte seconda
Il suono morbido di un sughero che viene stappato dalla bottiglia
ha il suono di un uomo che sta aprendo il suo cuore.
William S. Benwell
Quando si sceglie un percorso didattico, è inevitabile che si prediliga l’aspetto “tecnico” dell’argomento, che non reputo vada assolutamente rinnegato, però cercarlo sempre ed a qualsiasi costo, questo no.
Perchè non concedersi a volte anche di affidarsi all’istinto e lasciare andare l’attenzione per abbandonarsi al semplice piacere del palato e della testa, alle occasioni di relazioni tra le persone?
Il vino è un potentissimo catalizzatore di relazioni umane, di gioia, un modo per vivere al meglio la vita.
E credo che il buon vino non possa far altro che venir valorizzato da un approccio diverso, resta buono anche se bevuto in leggerezza, anzi forse diventa ancora più buono ed è in grado di donarci un’emozione.
Basta mettersi in ascolto e lasciare che ci attraversi il cuore.
Le storie sono ovunque, permeano la realtà, e fin dall’inizio del mio percorso, leggendo queste parole di Roberto Cipresso, ho pensato al vino come ad un suggeritore di storie da raccontare e far raccontare.
“Non so se con queste pagine sono riuscito a spiegare perché. Però un giorno, bevendo un vino, ho pianto. Era l’inverno del 1999, con due amici sedevo in un bistrot di Parigi. Non ero malinconico, ne’ particolarmente emozionato. Chiacchieravamo di vino e di vita, fra i grandi scaffali di legno scuro che facevano da pareti del minuscolo locale, e provavamo a difenderci dallo spiffero di freddo che si insinuava dalla porta. Ordinammo una bottiglia che ci fu portata e aperta.
Toccò a me annusare, assaggiare, ascoltare quel vino. Era un vino del 1900, un Leoville Poyferre’ dalla bottiglia massiccia e l’etichetta slabbrata. Quel vino al naso sapeva di muschio, mughetto, sottobosco. Annusai meglio. Ora avvertivo le foglie macerate e poi vennero i funghi, e ancora il tartufo. Il primo sorso mi stordì per un minuto. Era un vino persistente, che lasciava al palato una traccia indelebile, una nota minerale profonda, profondissima, affondata chissà in quale infero della terra e della storia. Poi all’improvviso scoppiarono delle note balsamiche di menta, cariche di freschezza , che ritornavano al naso dal palato. Non era una sensazione olfattiva ma gustativa. Sentivo il profumo di menta allargarsi in gola e risalire il naso. Ammutolì.
La menta? Erano note fresche, così fresche che solo vini assai più giovani potevano contenere. Infine capii. Ben più vecchio di me, quel vino era sopravvissuto a intere generazioni. Quel vino era vivo, muoveva e parlava. Quel vino mi ricordava che, a differenza di un qualsiasi, pur nobilissimo pezzo d’epoca, il vino, ogni vino, e’ vivo. Vive in legno, vive in bottiglia, vive in mille modi. Ma e’ vivo, e vuole raccontare la sua storia. Anche dopo la sua generazione.
In un attimo credetti di scorgere un vigneto, nebbie e piedi nudi, mani e cantine, un cavallo fra i filari. Erano suoni e immagini pallide di inizio secolo: le signore con i parasoli e i loro pizzi, le grida dei bambini che giocavano col cerchio, le balie indaffarate nella sera. Poi vidi trincee dove gli uomini si trascinavano nell’orrore, bombe che esplodevano in mille schegge, campagne devastate e contadini che non c’erano più, forse nemmeno nei ricordi dei loro nipoti di oggi.
Mi scossi.
Quel vino era l’unico vivo. Tutto ciò che era stato intorno a lui, dal grappolo alla cantina, dagli uomini della campagna alle case dei signori che lo avevano posseduto, dalle premure delle madri agli incubi dei soldati, tutto era stato ma tutto non era più. Quel vino era il solo sopravvissuto, e dopo quasi un secolo parlava. Quel vino era l’unico, solo, testimone di se’ stesso. Io lo bevevo, lui si raccontava.
Piansi a lungo, sorridendo.”
Allora adesso lascio che Massimo vi racconti la sua storia, quella che parla di un incontro speciale.
“Avevo sentito parlare di questo spumante, proveniente da Trani in Puglia, girovagando tra una manifestazione e l’altra, ma non riuscivo mai ad incrociarlo personalmente. Così decisi di contattare il produttore via email per sapere dove avrei potuto reperire nella mia zona questa bottiglia.
Non passò molto ed il signor Franco di Filippo mi chiamò al telefono : fu un “incontro” fatale perchè rimasi rapito dal suo entusiasmo e dalla sua verve; durante la telefonata mi aveva anche comunicato dove trovare quelle che lui chiamava “sue creature”.
Come avrei potuto non degustare quei vini dopo tanta poesia espressa dal loro creatore? Impossibile. Ne comprai due bottiglie : Estasi in Sinfonia Spumante Metodo Classico Millesimato Brut e Estasi in Armonia Spumante Metodo Classico Millesimato Pas Dosè , entrambi da uve Moscato di Trani.
Ovviamente la storia non finisce qui poiché il signor di Filippo, pochi giorni prima che iniziasse la kermesse del Vinitaly, mi telefonò invitandomi a passare a trovarlo presso il suo stand.
Durante quei giorni avevo promesso che sarei passato a salutare diversi produttori, ma conoscere il creatore di quello spumante cosi particolare confesso che mi incuriosiva moltissimo. Appena giungo alla suo banco d’assaggio mi presento e lui subito si ricorda di me : la sua accoglienza è calorosa e conviviale, quasi amichevole, come se ci conoscessimo da anni.
Come accennato al telefono mi propone in degustazione ostriche e spumante: raramente un abbinamento si è dimostrato più armonico, soprattutto con la versione Pas Dosè, un equilibrio perfetto.
Il colore di questo vino è dorato, mirabilmente brillante e luminoso; le bollicine sono molto fini, numerose, persistenti ed in bocca donano un effetto spumoso. Il profumo è tipico del moscato fatto di agrumi canditi, arancia e cedro, profumi floreali e note di zafferano e zagara, il tutto raccolto in maniera fine ed elegante, niente affatto invadente.
In bocca stupisce perchè a dispetto delle note dolci percepite al naso il vino è secco, fresco, persistente, sapido con un finale leggermente ammandorlato.
Aveva ragione il signor Franco, e non solo a parole, perchè le sue creature possono competere in questo particolare abbinamento con i ben più noti e blasonati Muscadet della Loira.”
Mats Strandvall
14 Maggio 2016 alle 18:52 (9 anni fa)Hei Valentina and Massimo.
We where a group of 8 people from Finland that wanted to have a wine and food day experience in Ligurien, Italy. Contacted Massimo de Luca and asked him to arrange a memoriable day with Italian food and wine. We didn´t know what to expect when we went to meet Massimo at the aggreed adress. We knew that we would first visit a wine yeard together with the owner and winemaker. In the evening we should have a dinner at a private house that would give us a tour of Italian wines.
We started to meet up with Massimo and Sergio from Cantina Segesta and went out to have a look at the winefield. Sergio and Massimo guided us thru the difficulties and challenges of making good quality wine. We could all see that it requires a passion and a long experience to be able to produce a good wine. It requres at lot of work at the wine yard before you have the grapes form witch you can produce the wine. The view from the wine field was also spectacular and beautiful as on a postcard, with the view over Sestri Levante and Chiavari.
After the excursion we could have a taste of the wines produced from the grapes. Had a tasting of five wines with different caracters and grapes.Massimo and Sergio explained the caracteristics of the wine history and also the different tastes. The tasting ended with a fantastic Moscato.Togeter with the wine we had also some finger food that fitted well with the different wines. We said Thank you to Sergio for a nice afternoon with his wines and we all started to appriciate the white wines more after this experience. Once more Thank you Sergio!!
For the evening we knew that we had to just walk a short way to Valentinas house for the dinner. We arrived to Valentinas beautiful house with a spectacular view over Chiavari and the sea. We had a warm welcome from both Valentina and Massimo and they guided us to the beautiful decorated table. We could also see the impressive menu for the evening with the wines choosen by Massimo. It was a wine trip from the north to the soulth of Italy. We was served dish after dish and Massimo explained the choosen wine and Valentina presented the food served. Everything of excelent quality and the mix with the wine and food was perfect. The presentation of the food was very beautiful and also with a good personal service. After the dinner everybody was more than happy and the result of the day and evening was more than expected. Everybody gave the whole experience the score 10+. We want to give Valintina and Massimo a big Thank you !! We will for sure come back and looking forward to see you again.
Thank
Mats Strandvall
Finland