Il Cavagnetto di Brugnato
E anche Aprile è arrivato e a breve ci porterà la Pasqua.
Sarà una Pasqua strana, che non dimenticheremo facilmente, come tutti questi giorni non vissuti, pieni di sofferenza, di perdite, di paure e di privazioni, proiettati in una realtà a noi sconosciuta, quasi surreale.
La settimana scorsa sono stata a trovare i miei genitori che sono anziani, fino a questo momento completamente autosufficienti, ma vivono soli e hanno entrambi una situazione di salute per cui per loro il Covid-19 sarebbe fatale.
Mio padre, che non si rassegna allo scorrere del tempo, sempre impegnato in qualche lavoretto, sta cercando di tenersi occupato dedicandosi al giardinaggio sul terrazzo, ma si è anche rassegnato ad attività a lui poco consone, come praticare la meditazione con mia madre. La giornata è lunga – mi ha confessato – e ti assicuro che mai e poi mai mi sarei aspettato, arrivato alla mia età, di vivere una situazione del genere. E’ peggio della guerra!
Il mese di Marzo è stato come essere in quei sogni in cui non sai dove ti trovi, non conosci nessuno, tutto intorno ti è estraneo e il tuo unico desiderio è tornare a casa: avete presente il senso angosciante di smarrimento?
Il mese di Marzo quest’anno ci ha stravolto le abitudini, ci ha ribaltato le priorità, ci ha costretto a cambiare la nostra quotidianità, ci ha inferto terribili e dolorosi strappi all’anima.
Quando ho girato il foglio del calendario avrei voluto eliminarlo e ridurlo in tanti pezzettini, nel tentativo di cancellare certe immagini, tutti quei numeri che presto sono diventati colpi al cuore, i lutti e le difficoltà di tante famiglie.
Mi piace pensare che la Pasqua possa portarci una speranza, qualcosa di buono insieme a queste giornate di sole e cieli limpidi che il mese di Aprile ci sta regalando, quantomeno la speranza di un lentissimo ritorno alla vita.
Non a caso vi lascio una ricetta ligure che, come da tradizione di tante altre regioni in questo periodo, prevede la presenza dell’uovo intero, da sempre simbolo della rinascita della natura nel passaggio dall’inverno alla primavera e – con l’avvento della fede cristiana – simbolo della rinascita dell’uomo.
Il nome cavagnetto proviene da “cavagna”, che in dialetto genovese significa cesta, perchè è il dolce è una sorta di cestino nel quale viene posizionato un uovo intero con il guscio che cuocerà direttamente in forno insieme alla ciambella. Una ricetta antica tramandata fino ai nostri giorni, il cavagnetto veniva preparato il giorno della vigilia e portato in chiesa per la benedizione prima del pranzo pasquale.
L’impasto è quello con cui viene prodotto anche il famoso canestrello di Brugnato, dolce delicatamente profumato di anice, conosciuto in tutta la Liguria, ma la forma particolare e la glassa lo distinguono e lo rendono unico.
Ingredienti
- 450 g di farina W 280
- 120 g di zucchero
- 100 g di burro
- 110 g di acqua
- 18 g di lievito di birra
- 2 uova
- liquore all’anice
- un cucchiaino di semi di anice
- 48 g di mandorle
- 16 g di nocciole
- qualche armellina (mandorle amare)
- 110 g di zucchero
- 50 g di albumi
- 12 g di fecola di patate
- 125 g di zucchero in granella
- zucchero a velo
Preparazione
- In una ciotola mescola150 g di farina e 100 g di acqua presi dai totali con il lievito di birra sbriciolato e lavora il tutto fino ad ottenere un panetto morbido ed omogeneo.
- Poni il panetto a lievitare in luogo tiepido ed umido.
- Quando sarà raddoppiato aggiungi gli altri ingredienti e impasta il tutto a lungo, preferibilmente con un’impastatrice, fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico.
- Forma una palla con l’impasto così ottenuto e poni a riposare in una ciotola, coperto da un foglio di pellicola per alimenti, in un luogo tiepido per circa mezz’ora.
- Successivamente dividi l’impasto in due parti, tenendone da parte un piccolo pezzo che servirà a fissare le uova e allungale fino ad ottenere due filoni.
- Dai ad ogni filone una forma a ciambella e posiziona un uovo intero in modo che l’impasto lo avvolga. Con un piccolissimo pezzo di impasto fare due filoncini con cui tenere fermo l’uovo.
- Adagia le ciambelle ottenute su due teglie ricoperte di carta da forno, coprile con un foglio di pellicola per alimenti e poni a lievitare nuovamente in un luogo tiepido per circa un'ora.
- Nel frattempo prepara la glassa: trita finemente con un mixer le mandorle, le nocciole, le armelline e lo zucchero. Unisci a mano l’albume e la fecola per ottenere una glassa morbida e metti in frigorifero.
- Una volta terminata la lievitazione, con l'aiuto di un cucchiaio o di una sac a poche decora la superficie delle ciambelle con la glassa ottenuta, cospargi con lo zucchero in granella, spolverizza con zucchero a velo e cuoci in forno già caldo a 180°C per 40 minuti o comunque sino a quando le ciambelle non saranno dorate.
Trovate questa ricetta come tante altre della tradizione ligure da Levante a Ponente nel libro scritto a quattro mani con Ilaria Fioravanti